giovedì 13 ottobre 2016

Intervista a Varyo

Le mode vanno e vengono, gli anni passano e il ciclo si ripete. Nel particolare caso della cultura Hip Hop possiamo affermare di essere vicini alla fine del ciclo, la parte in cui le persone hanno cominciato a perdere interesse in quello che fino a un paio d'anni fa era un vero tormentone per molti e un vero tormento per molti altri. Stiamo ovviamente parlando del rap, ma non è questo l'argomento che tratteremo. Ci sono alcuni, infatti, che delle mode se ne infischiano e che cercano di seguire la propria vocazione prima, durante e dopo le attenzioni del grande pubblico.
Ho avuto il piacere di parlarne con Luca A., in arte Varyo, un beatmaker. Per chi non avesse la minima idea di cosa stia dicendo, un beatmaker è quel produttore che si occupa della base strumentale su cui i rapper cantano. Varyo fa parte di quei pochi appassionati che, anche senza "cavalcare l'onda", sono rimasti in circolazione fino ad oggi, continuando a produrre musica in maniera del tutto indipendente e senza contare sull'appoggio di nessuna etichetta.
La composizione è il suo cavallo di battaglia: crea fantastiche melodie, specialmente col piano, originali e dal suono nostalgico, distinguendosi nei generi smoothgangsta e new school e prediligendo un sound dalle sfumature emotive. Ho avuto l'occasione, inoltre, di porre al giovane produttore una manciata di domande e di riportare qui le sue risposte.

D: Come e quando hai cominciato a produrre?
R: Avevo sedici anni e la passione per l'hip hop: vestivo largo, facevo graffiti, incidevo "canzoni" rap con microfono e pc dentro una cameretta. Non impiegai molto a capire che per il writing non ero portato e che non sarei mai potuto essere un rapper. Ma assolutamente volevo far parte di quel mondo, quella era la cultura che sentivo mia. Così scaricai sul mio computer una copia pirata di un costoso software di produzione musicale e cominciai a smanettarci. Nel 2009 ho iniziato a produrre, senza quindi nessuna competenza se non quella fornitami dalle poche lezioni di musica seguite alle scuole medie.

D: Quante strumentali hai prodotto? E quante di queste sono state usate, in linea di massima?
R: Ho da poco superato i 900 progetti, molti dei quali accantonati perchè ritenuti da me "non di buona fattura". Direi una cinquantina di beats sono stati utilizzati.

D: Una cinquantina? Perché così pochi?
R: Perché molti li acquistano e non li usano, ho venduto beats che poi non sono mai stati usati. E c'è anche un altro motivo, che dovrebbe farci riflettere. Molti "artisti" preferiscono scaricare beats gratuitamente e in scarsa qualità audio, per poi adattarcisi. Ci sono rapper che incidono, per tutta la loro carriera, solo mixtape, cioè dischi composti cantando su strumentali già utilizzate.

D: Hai sempre prodotto senza mai affiliarti in maniera permanente ad un artista o a un gruppo. C'è qualche motivo in particolare?
R: Preferisco non essere vincolato, produco molto e molti generi, non voglio focalizzarmi solo su un paio di questi per andare incontro alle esigenze di un solo gruppo/artista. Ho molti amici rapper e ancor prima di finire la strumentale ho già in testa a chi proporla con la certezza di avere un buon prodotto.

D: Quante ore di lavoro impieghi per ogni strumentale?
R: Ci sono molte variabili, sono capace di restare quindici giorni sullo stesso lavoro senza trovare un'idea decente per il ritornello, finendo poi magari per abbandonarlo e riprenderlo a mesi di distanza. Altre volte invece sono una valanga di idee e in mezza giornata posso iniziare e finire un'intera traccia.

D: Quindici giorni sembrano tanti. È un po' come il blocco dello scrittore?
R: indipendentemente da come vogliamo chiamarlo si tratta dello stesso blocco, di quel blocco che vale per ogni forma d'arte.

D: Ovviamente non vivi di produzioni musicali, hai un lavoro a sostenerti; eppure continui a produrre. È per pura passione o perché speri di sfondare?
R: La speranza è sempre quella di riuscire a farne il proprio lavoro, ovviamente, ma sono consapevole di come stanno le cose; e sembra purtroppo che non ci sia spazio per tutti nel mondo della musica. Per ora mi diletto "amatorialmente" con la certezza che la meritocrazia busserà alla porta di coloro che sono degni di far parte di questo business.

D: Hai altri interessi oltre alla produzione musicale, immagino. In che modo, se lo fanno, i primi interagiscono con la seconda?
R: Ho sempre amato manga, anime e videogaming. Spesso hanno contribuito alla mia produttività musicale, sia come ispirazione che fornendomi direttamente dei possibili campioni per le mie strumentali.

D: Un messaggio per chi sta leggendo?
R: Rappers, comprate beats esclusivi da noi beatmaker, fate il salto di qualità. Su "When it rains it pours" a 128 kbit/s estratta da youtube ci hanno rappato giá tutti. Investite sulla vostra passione, beats esclusivi e registrazioni di qualitá sono tutto al giorno d'oggi.

Si conclude così la nostra chiacchierata, di cui siamo entrambi molto soddisfatti.
Varyo è un produttore attivo, efficace e per le tasche di tutti, e devo ammettere che come lui sono rimasti davvero in pochi.
Vi lascio quindi con il link della sua pagina Facebook presso cui può essere contattato e con un'esclusiva PROMO dei suoi lavori, che decisamente merita di essere ascoltata.
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