lunedì 24 ottobre 2016

Il surrealismo di Federico

«Una volta che il mostro è sul foglio, è più facile analizzarlo e confrontarsi con lui.»

L'arte non muore mai. È dentro alcuni di noi, come se ci scegliesse alla nascita. Cresce a pari passo con l'artista, sviluppandosi intorno a ciò che lo ispira. Non tutti troviamo presto la nostra vocazione, alcuni scoprono i propri talenti solo in età adulta; ci sono pochi, invece, che ricordano di essersi dedicati a una passione fin da quando hanno memoria. È il caso di Federico, in arte Federico "Super", un giovane disegnatore, illustratore e pittore romano. Federico ha trovato il giusto connubio fra passione e lavoro quando ha deciso di imparare a tatuare, rendendo il disegno la sua principale attività lavorativa, ma per dedicarsi al suo mestiere ha trascurato la pubblicizzazione dei suoi quadri, che meriterebbero ben più attenzioni. «Con la pittura non ci si arricchisce da decenni» commenta quando gli chiedo perché. Eppure lui continua a dipingere, per pura passione e senza dare uno scopo ai suoi risultati. Per assurdo, mentre nel mondo del tatuaggio predilige uno stile neo tradizionalista, con le tempere si dedica al surrealismo più sfrenato e contorto.

«La mia maggiore influenza, come per molti, è Salvador Dalì, ma il mio tratto si è sviluppato anche attorno al più cupo Beksinski; è stato lui ad "insegnarmi" ad esprimere concetti più forti. Ovviamente sul lavoro non posso attingere a tutto questo perché il surrealismo non è nella storia del tatuaggio, non c'entra niente. Ho dovuto trovare uno stile che mi piacesse comunque ma che rientrasse nei nuovi canoni e ho scelto il neo tradizionalismo perché è esteticamente d'impatto e si basa su soggetti non troppo realistici ma neanche troppo semplici.
Comunque, la differenza sostanziale sta nel fatto che il tatuaggio è su ordinazione, mentre quando mi metto ad armeggiare con le tempere lo faccio per sfogo personale, non perché qualcuno me lo chiede. Non ho tempi di lavoro prestabiliti, non ho una bozza da cui cominciare, né una richiesta da elaborare o uno schizzo preso dal web. Ogni volta che ho dei pensieri negativi non perdo tempo ad interpretarli: li metto su carta. È come liberarsi di un peso e, una volta che il mostro è sul foglio, è più facile analizzarlo e confrontarsi con lui.»

Federico dipinge parallelamente ai nostri attimi di riflessione, sostuisce l'arte al pensiero invece di lasciarli lavorare insieme, senza pianificare mai nulla e lasciandosi quindi guidare dalla vera ispirazione. A mio parere stiamo parlando di una rara forma di profonda introspezione, quella che caratterizza chi davvero coltiva una passione anziché sfruttarla; senza le nostre attenzioni, però, da tutto ciò scaturisce soltanto una serie di soddisfazioni che si impolvera all'interno di un archivio personale.
Il minimo che possiamo fare è dare un'occhiata. 


"Fastidioso Groviglio"



"Annidamento: Donna Malforme"



 "Circostanze Travolgenti"



"Multipla Visione"



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